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venerdì 22 luglio 2011

Il silenzio e la parola

Sono stata educata alla scuola del silenzio. In famiglia mi hanno insegnato che il silenzio è d'oro, la parola d'argento, che bisogna amare la pace, che per vivere tranquilli spesso è bene abdicare alle proprie posizioni. E così sono cresciuta. Divenuta adulta, non mi ritrovo in questi insegnamenti e non so cambiare, non riesco ad esprimere il mio disappunto di fronte ai comportamenti avversi degli altri, non so quale è il modo di coniugare lo sfogo, la chiarezza e la pace nei rapporti. Non voglio litigare con nessuno, non voglio esprimermi in maniera smodata, non voglio mettere in pericolo i rapporti con chi mi circonda, ma a volte sento forte l'esigenza di fare chiarezza, di dire esattamente come la penso, senza offendere, senza litigare, con garbo, ma mantenendo forte il punto e affermando la mia posizione. Tra l'altro, proprio in questi giorni una mia amica ha pubblicato su facebook questa frase: il silenzio è la risposta dei vigliacchi e anche questa mi pare una cosa vera e sacrosanta, in totale antitesi con l'altra. Dunque mediare, ma con carattere.

2 commenti:

Kylie ha detto...

Il silenzio è valido se c'è equilibrio tra il dire qualcosa e non dire niente di fronte a qualche questione spinosa.
IO ho spesso la linguaccia lunga e dovrei frenarla più spesso!

Un bacio e buon sabato!

TITTI GRECO ha detto...

Cioè che vuoi dire, che se parlare è inutile è meglio tacere?