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domenica 30 ottobre 2011

Quanti segnali disattesi, quante urla di aiuto e disperazione lanciate invano, quanti mal di testa annegati scioccamente in un bicchiere, diventato botte, di acqua e Aulin, quanti tentativi ha fatto il mio essere profondo per essere ascoltato. Tutto inutile.
Non ho saputo farlo io, come posso pretendere che sapessero farlo altri.
... se non avessi letto Jung e Freud, se non conoscessi PSICOPATOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA, magari questo non lo saprei, ma li ho letti e so come interpretare le mie defaillances, quelle che solo ad un occhio estraneo e distratto possono apparire casuali, ma non lo sono.
Ho fatto tutto quello che ho creduto mi si chiedesse di fare. Ho eseguito tutti i mandati, della famiglia e sociali, cose che forse avrei fatto lo stesso.
E ora sono svuotata e stanca. Esautorata di forze e sola.
Quella madre che così tanto mi ha gravato di esempi e aspettative, ora è vecchia e lontana.
Quel fratello che avevo preso ad esempio gravoso di intelligenza, virtù, comportamenti, moralità perfetta, sta per i cazzi suoi, ovviamente, lontano, distante, sprezzante, sufficiente, implacabile.
In fondo, mi ha sempre considerato, e sempre mi considererà,  una testa di cazzo e  una bambina viziata.
E pensare che per così tanto tempo ho danzato per lui!
Ne ricavo che ho sbagliato, ho sbagliato tutto o quasi.
Intanto, ho fatto cose, cose ineluttabili, dalle quali non posso sottrarmi. Ho fatto passi e promesse, contratto impegni e fatto tre figli. Ed ora le loro vite e la loro crescita mi pesano addosso come un macigno che non so portare, io donna irrisolta, adulta bambina che ancora aspetta la carezza di un padre mai avuto, il compiacimento di un affetto incondizionato, il bacio di un uomo che mi ami e comprenda e che si occupi un po' di me. Ne ricavo che è tardi, troppo tardi per riavvolgere il nastro, che nella vita vera non si torna indietro, che quel che è perso, è perso per sempre.
E che l'unico vero mandato da assolvere è rendere felici sè stessi, che già è cosa assai complessa ed ardua.  
Ma so che devo sforzarmi, sforzarmi di andare avanti, di fare chiarezza, mentre il corpo dice no e va da tutta un'altra parte. Ne sono prova le mie cadute accidentali, i miei incidenti con l'auto, le mie distrazioni, i miei scatti, le mie lacrime che sgorgano inopportune ......

domenica 23 ottobre 2011

Recenzioni

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Smanettando su internet ho trovato questo simpatico e moderno sito americano che vende abbigliamento, accessori, intimo e altre codine carine per corrispondenza a prezzi convenientissimi. Visitatelo e fatevi un'idea. Fate su RISINGTASTE.COM i vostri acquisti chic shock and chip per l'autunno inverno 2011 2012.

venerdì 21 ottobre 2011

Buon week end, in famiglia, in riposo, in libertà, a lavoro, in viaggio, a letto. Comunque esso sia, possa ricaricarsi un po' le pile.
io ne ho proprio bisogno!!!!

martedì 18 ottobre 2011

IL CASO DI ROCCAVENTOSA - CAPITOLO IV

.........
  Intanto era arrivato sotto le mura di cinta del castello. Mura maschie, imponenti, verdognole di umido, con ciuffi di muraria che spuntavano qua e là dalle fessure aperte dal tempo.
  Le seguì fino ad arrivare al grande portale in legno, spalancato per l’occasione.
  Guardò all’interno e vide un giardino meraviglioso, frutto, era evidente, di grande e sapiente cura.
  Le mura di cinta erano coperte, all’interno, da una fitta siepe di fotinie rossicce. Da una parte e dall’altra dell’ampio vialone, si aprivano grandi aiuole di un prato folto, verde aspro, vivo. Un pensiero impertinente gli fece pensare che ci avrebbe fatto volentieri una partita a pallone. Al centro del giardino si snodava un viale lastricato che correva fino al castello, bordato ai lati da arbusti di ligustro potati a palloncino. Camminando circospetto lungo la siepe giunse alla dimora. Davanti all’ingresso due ricchi cespugli di ortensie non ancora fiorite.......

domenica 16 ottobre 2011

Oggi ho scoperto, sulla nostra pelle, che quando si hanno problemi, si può parlare con i figli.
A cuore aperto, con sincerità, senza nascondere nulla.
Certo, modulando le parole e le emozioni secondo l'età, ma si può.
Sono in grado di capire e accettare ogni cosa, sono lo specchio di noi.
Sono noi dopo di noi, pur essendo autenticamente unici.

IL CASO DI ROCCAVENTOSA - CAPITOLO IV

...... segue ancora dal CAPITOLO IV - IL CLIMA E' TESO

 
  Costa salì al piano superiore, dove era il suo alloggio di servizio. Entrò in casa, accese le luci del piccolo ingresso, diede un’occhiata in giro.
  L’appartamento era piccolo, pulito, ma con un forte odore di chiuso. Sull’ingresso si aprivano quattro porte, le aprì una ad una.
  Dalla prima si accedeva ad un cucinino, da quella affianco alla stanza da letto. Di fronte c’era la porta del bagno e di fianco quella di un piccolo ripostiglio cieco. Spalancò le persiane.
  La cucina e la camera davano sulla piazzetta del paese.
  Prese una valigia, la poggiò sul letto. La disfece in parte. Ci avrebbe pensato dopo, pensò. Prese qualcosa per cambiarsi. Andò in bagno, si diede una bella rinfrescata, si cambiò la camicia, si rivestì tutto e scese le scale di corsa, fischiettando.
  Sull’ingresso del palazzo incrociò Parisi, di ritorno dal castello. Questi lo ragguagliò velocemente sull’accoglienza ricevuta.
  «Ho capito, mi daranno filo da torcere, ma sono sicuro del fatto mio e, che lo vogliano o no, farò i miei accertamenti. Vai, su. C’è Ferrara che sta trascrivendo le informative. Aiutalo, fate prima che potete. Io, intanto, vado dai Papaleo e vedrò quello che potrò fare prima delle autorizzazioni».
  «Comandi, ispettore», fece sollecito il Parisi, battendo i tacchi.
  Costa si incamminò verso il castello a piedi. Attraversò il centro del paese. Salì una scaletta ripida col corrimano in ferro. Superò una bella fontana e continuò a salire su per la via erta, lastricata di san pietrini ben messi.
  L’atmosfera era quella di un borgo silenzioso, tranquillo, sereno. Incrociò diverse persone che lo guardarono, gli parve, con una certa curiosità.
  Un paio di bambini, giocavano a campana in un vicolo. Era quasi ora di pranzo. Si sentiva profumo di cucinato per le vie, odore di sugo buono. Sentì un leggero languore ......

venerdì 14 ottobre 2011

IL CASO DI ROCCAVENTOSA - CAPITOLO IV

...... segue

  Si ritirò nella sua stanza. Fece poggiare per terra le sue cose, stipate in due valige di cartone, in un angolo dell’ufficio, dietro la porta. Pensò che le avrebbe sistemate nel suo alloggio con comodo.
  Prese il suo codice di procedura penale e cominciò a dettare note al suo assistente, Giovanni Ferrara. Questi non riusciva a tenergli dietro, a scrivere a macchina tutto, sotto dettatura. L’ispettore però aveva fretta. Così decisero che Ferrara avrebbe scritto velocemente a mano, quasi stenografando per poi battere tutto a macchina con l’aiuto di Parisi in un secondo momento.
  Costa innanzitutto mandò a richiedere formalmente all’ufficiale sanitario l’autopsia di Donna Clelia Francesca Stella Papaleo, principessa di Roccaventosa, deceduta in data 5 aprile 1948, alle ore 18.00 circa. Giustificò ampiamente la richiesta al medico con tutto quanto già a sua conoscenza.
  Dettò una relazione particolareggiata, per quanto del tutto preliminare, al suo diretto superiore e cioè al Commissario provinciale e scrisse una lettera al Questore, innanzitutto presentandosi e richiedendo di essere ricevuto quanto prima per fare la conoscenza diretta.
  Quindi, completò la documentazione con la richiesta al Magistrato. Congedò Ferrara. Gli chiese di battere tutto a ......

segue ancora
Siamo nati per amare, mangiare, riprodurci  e .... lavorare.
FARE FARE FARE
Io credo di essere una bulimica del fare. Mi stanco tanto, ma non mi fermo mai.
Lavoro, cucino, studio,  rassetto, faccio giardinaggio, leggo, scrivo, pitturo, imbianco, sistemo......

Una delle cose che mi piace di più fare è pensare alla casa, stravolgere l'arredo, spostare i mobili, cambiare le tende, modificare il colore delle pareti, sistemare le piante da un angolo all'altro.
Una cosa abbastanza carina che ho fatto di recente è scrivere alcune delle mie poesie sui muri della mia casetta al mare. Una bella poesia dedicata a mio marito proprio sul suo capezzale, acrostici e rime per i miei amati bimbi nella loro camerette, dediche e poesie in quantità nella stanza di mia madre, note al mio amato poesie, alle donne, alla via in corridoio, all'acqua e al mare in bagno.

Mi manca qualcosa di ....culinario per la mia cucina. Mi aiutate?
Una volta un amico mi aveva donato una strofa alla melanzana, fritta, croccante, fragrante, fumante, ma non la trovo più !!!

ANCORA MODA

Abitini, little dress black, cappotti cammello misurati e avvolgenti, tanto bianco, di nuovo il grigio, stile bon ton, qualche follia per la sera, drappeggi, tagli sartoriali, tailleur, intramontabili jeans .........
Per chi non è animalista e ha qualche soldino in più, uno zibellino smanicato è quel che ci vuole!
 

Infine, scarpe, che passione!!!!! Siamo tutte Cenerentole!!!
Zeppe, plateaux, francesine, colore, ma con un must:fatte da esperti calzaturieri italiani, talmente belle, calde e comode da immaginare che i nostri piedini stiano tutto il giorno così:
 
in ammollo!!!!

MODA

L'autunno incalza, l'inverno è alle porte, stamani il mio termometro segnava 14 gradi centigradi ed io, in jeans e camicetta, rabbrividivo.
E' tento di rifarsi il guardaroda o, perlomeno, di rinverdirlo un po' con qualche acquisto o qualche simpatico riadattamento.
Detto fatto, ho dato un'occhiata all'armadio e ho preso un pacco di roba: le cose che proprio non voglio vedere più in giro le ho portate alla Caritas della mia parrocchia; alcune, smesse, ma particolari e carine, le ho portate al MERCATINO dell'usato, un negozio-sistema in franchising che permettere di rivendere a chi ne ha voglia quello che a noi non piace più; il resto l'ho portato dalla mia mamma con l'hobby del cucito, per riadattare un po' di vecchi pantaloni e tailleurs.
Parola d'ordine SLIM: via zampe, via il largo, lungo e il dritto, quest'anno il trend è su capi minuti, che avvolgono il corpo, accarezzano la figura, mettendo in evidenza le forme.
Qualche cucitura qua e là, l'orlo più corto e ci siamo.
Per il resto farò presto un giro in qualche negozio IN della mia città e dintorni!!! 

giovedì 13 ottobre 2011

Prendi il mio cuore tra le tue mani,
soffia alito di conforto,
donami i tuoi pensieri più segreti
e sorreggi il mio passo, oggi incerto

domenica 9 ottobre 2011

SANGUE DI TIGRE

Ho sentito che il nostro premier mangia bistecche di leone e beve sangue di tigre per fortificarsi e resistere agli attacchi.
Beh, vorrei poter anch'io mangiare e bere così, per difendermi dagli attacchi della vita che di recente mi stressa oltre i miei litimi di sopportazione.
Mi sento come Don Abbondio, povero vaso di coccio tra vasi di ferro .....

ANCORA UNA POESIA DALLA MIA PRIMA RACCOLTA

A ….

Rechi fiori
sulla pietra bianca
E accendi ceri
a chi ti manca
e più non torna
alla casa vuota
ancora adorna
Immota
Scorda e vivi
Vai avanti
Non sai se a te
di giorni
ne restano tanti

Questo è l'umano destino
Non sapere
quando si ferma il  cammino

IL CASO DI ROCCAVENTOSA - CAPITOLO IV

....... segue

  Comunque, andò avanti come un caterpillar.
  Era ben deciso ad avviare tutta le procedure prima di pranzo e a cominciare le indagini vere e proprie nel primo pomeriggio. Non c’era molto tempo, ma doveva riflettere ed agire lucidamente.
  Si ritirò nella sua stanza. Fece poggiare per terra le sue cose, stipate in due valige di cartone, in un angolo dell’ufficio, dietro la porta. Pensò che le avrebbe sistemate nel suo alloggio con comodo.
  Prese il suo codice di procedura penale e cominciò a dettare note al suo assistente, Giovanni Ferrara. Questi non riusciva a tenergli dietro, a scrivere a macchina tutto, sotto dettatura.   L’ispettore però aveva fretta. Così decisero che Ferrara avrebbe scritto velocemente a mano, quasi stenografando per poi battere tutto a macchina con l’aiuto di Parisi in un secondo momento.
Costa innanzitutto mandò a richiedere formalmente all’ufficiale sanitario l’autopsia di Donna Clelia Francesca Stella Papaleo, principessa di Roccaventosa, deceduta in data 5 aprile 1948, alle ore 18.00 circa. Giustificò ampiamente la richiesta al medico con tutto quanto già a sua conoscenza.
  Dettò una relazione particolareggiata, per quanto del tutto preliminare, al suo diretto superiore e cioè al Commissario provinciale e scrisse una lettera al Questore, innanzitutto presentandosi e richiedendo di essere ricevuto quanto prima per fare la conoscenza diretta.
  Quindi, completò la documentazione con la richiesta al Magistrato. Congedò Ferrara. Gli chiese di battere tutto a macchina il prima possibile, di correggere da solo le bozze e di mandare il tutto il più velocemente possibile al Comando.

UOMO

Cosa fare di una vita
una sola
se sei avvolto solo
da dubbi parole
e convolvoli pensieri
Gli schemi tutt’attorno
mettono ansia
dettano imperativi
e tu li schivi
senza fuggirli mai
Ci resti accanto
avvinto
e non convinto

E passa

ANCORA A MIA MADRE

Mia madre, i miei figli, l'amore, le mie fragilità sono le maggiori fonti delle mia ispirazione poetica.
Pubblico di seguito un'altra poesia dedicata a mia madre, donna antica che ha fatto della sua vita una poesia interamente dedicata agli altri



LE TUE MANI


Mamma, dimmi,
cosa non sanno fare le tue mani?

Le tue mani lavano,
cucinano, accarezzano,
annotano e fanno i conti.

Le tue mani facevano i biglietti
sui pullman di nonno,
le tue mani ricamavano
il corredo della giovane sposa
e scrivevano i temi per superare
il concorso a fatica.

Una delle tue mani, quaranta anni fa,
veniva impalmata da una vera
di lavoro e sudore
e allora le tue mani
imparavano a girare le frittate
e a friggere le patate,
a lavare i calzini e tutto il resto
e a cullare me,
bambina già inquieta.

Le tue mani hanno pulito,
zappato l’orto,
ammazzato i polli,
corretti compiti,
raccolto le olive,
stannato la vigna,
cucito bottoni
e rammendato maglioni.

Le tue mani sanno fare
il pan di Spagna, la caprese,
il naspro sottile,
le salsicce e il sapone.

E sanno tessere le trine più fini,
quando te le lavi
e ti siedi a riposare,
ma senza mai fermare le mani.

Dimmi mamma,
cosa non sanno fare le tue mani?

Le tue mani d’oro,
le tue mani di fata ,
le tue mani stanche e senza smalto,
mani che non conoscono manicure.

Ora le tue mani si devono fermare,
raccolte nel grembo
e devono imparare ad accettare
da me un fiore d’amore.

A MIA MADRE

Da un po’
mi sento risucchiata, attratta
dall’idea di mia madre
Il pensiero va a lei,
e i sentimenti e i bisogni
E ne sto elaborando
il lutto
prima di averlo
E già ne soffro
E non so se il pensiero
mi assale come un presentimento
o un esorcismo
ora che più la voglio e la amo
Mammaaa
Madre di una madre

D'ESTATE

D’estate
quando dormo il pomeriggio,
mi risveglio d'improvviso
e mi assale
un senso di morte

Ma sono viva
e non lo so perché

Se per il sangue caldo
che mi scorre nelle vene
e gli umori e il sudore

O per i pensieri
che aleggiano nella testa
e i sentimenti inquieti
verso chi più amo

INSIEME

INSIEME



Intreccio di contrasti,
amore

Svegliarmi accanto a te,
già sveglio,
è dolce
E la sera,
cercare il sonno,
poggiando la testa
sull’omero stanco,
è abbandono

Le liti, aspre,
si stemperano
in condiscendenza
e rinuncia

Uniti, perché
le individualità,
mortificate,
non possono restare
autonome
e sole

PRESENTE

PRESENTE



Ho chiuso agli echi della memoria
e alle suggestioni del futuro che non c’è
Sono qui e adesso
La vita è ora
e la felicità è piena nel momento

ACROSTICO ALESSANDRO

ALESSANDRO

(Acrostico in due quartine con rima alternata ABBA e un binario con rima baciata)


All'alba di un giorno di maggio ho saputo che c’eri
Lo stupore ha lasciato il posto all’attesa
E ai soliti dubbi di mamma un po’ tesa
Sei cresciuto in me e man mano ho avuto altri pensieri
Sei rimasto tranquillo, nel buio, finchè hai voluto
All’alba di un giorno di inverno hai bussato, sei nato
Nato in fretta, deciso, figlio inaspettato, ma non meno amato
Di notte, se hai pianto, ti ho stretto e allattato finchè hai taciuto
Resterai con me per il tempo che vorrai, per crescere, senza fretta
O veloce, com’è nella tua natura, verso la vita che aspetta

venerdì 7 ottobre 2011

Ogni volta che devo fare una scelta difficile provo a chiudere gli occhi e ad immaginare di avere una bacchetta magica: cosa vorrei davvero, se potessi?
Così cerco di fare chiarezza.
Riuscirò anche questa volta a compiere la magia?

mercoledì 5 ottobre 2011

Ottobre, ai suoi inizi, ci sta regalando giornate stupende, che ci faranno scivolare verso l'autunno con molta dolcezza .....