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venerdì 25 novembre 2011

IL CASO DI ROCCAVENTOSA - CAPITOLO IV

..... SEGUE
  Don Edoardo era furente. Era seduto dietro la sua scrivania déco, sormontata da una libreria a parete, carica di libri e volumi fino al soffitto, decorata dagli stemmi di famiglia che riportavano un uomo, probabilmente il capostipite, con una sciabola nella mano destra e un alano accucciato sulla sinistra.
  Era evidente che il signorotto avrebbe voluto scagliare addosso a Costa, se avesse potuto, il pesante fermacarte di cristallo verde che si palleggiava tra le mani.
  Francesco Maria, invece, era seduto al di qua della scrivania, aveva fatto cenno a Costa di accomodarsi e aveva un atteggiamento incredulo, ma riflessivo, pensoso. Infine parlò.
  «Perché si è convinto di quello che dice? Lei non ci conosce, non conosce la nostra realtà, non conosceva la povera zia Clelia, che era una donna mite, dolce, oramai anziana, non conosce Roccaventosa. Capirà che, pur volendo, abbiamo grande difficoltà a comprenderne le sue ragioni».
..... SEGUE

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