Anni fa, qui sotto, c'era un piccolo negozio di alimentari e varie altre cose, una sorta di emporio. Ogni giorno i miei mi ci mandavano a comprare il pane fresco. Mi ricordo la vecchia titolare, Adelina, con un particolarissimo chignon di capelli bianchi a banana, sempre in ordine, con il camice bianco sopra i vestiti neri per il lutto del marito perduto anni prima.
Altri tempi, prima il lutto era strettissimo e si portava tutta la vita.
Ora tutto è usa e getta, le donne lavorano, la merce più preziosa e cara è il tempo, non si puliscono più verdure fresche, non si cucinano manicaretti, se non di domenica, i ritmi sono veloci, frenetici, fugaci.
Allora ben vengano tavole calde, rosticcerie, polli allo spiedo e patate, piatti pronti monoporzione, pizzette, verdure già pulite, congelate, addirittura già grigliate.
Ma l'importante è non farsi travolgere dal mondo cambiato, dal mercato, dalla "produttività", dal consumismo, dalla vorticosa velocità.
Ci sto a comprare un piatto pronto, se posso usare il tempo -che risparmio non cucinando- per me stessa, per fare cose che mi gratificano, per fermarmi un'ora a mezza giornata a fare qualcosa che mi piace!
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