A Giuditta
Giudice Onorario, di Te si dice in giro,
l’attesta una cornice e un foglio di papiro,
versi un poco pigri e dall’incerta rima,
vogliono attestarTi un po’ d’affetto e stima.
Incline Ti mostri, in ogni Tuo gesto,
a toni concilianti per persone care,
rose rosse pronte a farsi accarezzare.
Urla di dolore, di gioia e di sdegno,
la testa di Oloferne in mano come un pegno,
con Ester, ricordi, scrivesti la Tua storia,
di eroina dolce e di grande gloria.
Di tutti i segni astrali sei quello più leggero,aria fresca e pura che penetra il pensiero,
scivoli silente tra l’acqua e un po’ di vetro,
gli occhi un po’ bagnati, ma non Ti volti indietro.
Immenso mare, agogni, spiagge un po’ deserte,
a lenir ferite rimaste ancora aperte,
tramonti infuocati, raggi mattutini,
mentre accarezzi sogni ora più vicini.
T’attardi la mattina con la ramazza in mano,
sei appena scesa dal letto o dal divano,
ad innaffiar l’aiola e il verde prato;
ancora intriso d’acqua stendi il tuo bucato.
Tela d’un pittore, ora Ti sto guardando,
indossi palme, gigli, rosso d’ oleandro,
trucco senza eccessi, begli occhi sorridenti,
ballerina danzi su tacchi un po’ plaudenti.
Attenta a non turbare questi attimi d’incanto,
sai mostrare agli altri menando un po’ di vanto,
una patina venale e un poco esteriore.
Serve per celare segreti in fondo al cuore
Sabato, 19 novembre 2011
2 commenti:
è' stupenda questa poesia...complimenti :-)
Sì, grazie, è carina e molto musicale ....
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